Nel 150 anniversario della sua nascita, una rivisitazione teatrale del romanzo ‘Uno Nessuno Centomila’ che omaggia la scrittura ancora contemporanea di uno degli scrittori più illustri del 900.
Il Premio Nobel della letteratura in una standing ovation teatrale che conta oltre 25.000 spettatori per questo adattamento di Alessandra Pizzi con interprete Enrico Lo Verso. Uno Nessuno Centomila arriva nella capitale e precisamente al Sala Umberto in cui sarà in scena dal 20 al 30 Aprile. Con 30 repliche Sold Out per tutta l’Italia, l’opera si conferma attuale nel linguaggio e plasmabile attraverso la creatività registica
Il romanzo, sintesi del pensiero pirandelliano
Lo scritto più sofferto, quello dal retrogusto amaro, così lo definisce Pirandello stesso in una lettera autobiografica. Partendo da questo assunto, Alessandra Pizzi elabora una messa in scena originale, diversa dalle proposte precedenti ma che sia fedele all’unione tra parola e gesto quali pennelli per disegnare la scena. La storia è quella di un uomo che sceglie di mettere in discussione la propria vita, a partire da un dettaglio, minimo insignificante. Il pretesto è un appunto, un’osservazione banale che viene dall’esterno. I dubbi di un’esistenza si dipanano intorno ad un particolare fisico.
La scelta della riscrittura in forma di monologo
Uno, nessuno e centomila è il romanzo dell’analisi introspettiva sulle dinamiche esistenziali, e socio culturali della società. Per tale ragione, mantenendo fede al messaggio artistico del drammaturgo, la Pizzi sceglie un riadattamento in forma di monologo per superare la soglia dell’intrattenimento ed entrare, attraverso un linguaggio più introspettivo, nelle coscienze del pubblico presente.
Enrico Lo Verso: Pirandello ai tempi dei social
Enrico Lo Verso, interprete d’eccezione, trasfigura la scena in una seduta psicoterapeutica: tutti ne sono attratti, ma in pochi sono consapevoli degli scenari che possono profilarsi. Ed è grazie a questo che lo spettacolo esula dagli schemi per accarezzare i conflitti esistenziali e mantenere attuale la scrittura pirandelliana, quasi un’analisi postmortem dei social network. Come lui stesso ha dichiarato ‘Pirandello in realtà scrisse un istant book su Facebook perché quella che racconta è l'angoscia dell'apparire, di un uomo che invia un'immagine in modo che gli altri lo possano vedere. Ma si rende conto che viene percepito diversamente. E allora, ecco, ne manda un'altra perché vedano veramente 'che sono così'. E' un testo che parla del 'chi sono io e come mi vedono gli altri'.